Categoria: Disinformazione scientifica

La ricerca di base non serve a niente?!

Una delle statistiche più abusate e facilmente demolibili degli anti-sperimentazione animale è quella di Contopulos-Ioannidis sulla traduzione della ricerca di base, secondo la quale la sperimentazione animale per la ricerca di base condurrebbe a risultati clinici solo in un caso su 25000, lo 0.004% dei casi. Come argomento, mi ricorda un po’…

Alziamo la posta: qual è la risposta pubblica efficace alle campagne sui diritti animali?

Su gentile concessione del comitato scientifico inglese Speaking of Research pubblichiamo la traduzione dell’articolo “Raising the bar: What makes an effective public response in the face of animal rights campaigns?” (http://speakingofresearch.com/2013/02/20/raising-the-bar-what-makes-an-effective-public-response-in-the-face-of-animal-rights-campaigns) di Allyson J. Bennett

Oncologia e chemioterapia tra passato presente futuro e le minacce dei ciarlatani

Questo articolo ha come unico scopo esporre in maniera semplice e chiara in cosa consistono l’oncologia e la chemioterapia, cercando di sfatare alcuni falsi miti e leggende metropolitane che si possono trovare sul web e che possono ingannare i non esperti ai lavori.
Inizieremo quindi con un excursus sulla storia dell’oncologia, su come si è arrivati all’utilizzo della chemioterapia (cercando di comprendere l’importanza della ricerca scientifica in questo processo) per poi passare alle problematiche presenti e alle prospettive future.

Il mondo della scienza non è diviso in due sulla sperimentazione animale. L’eccezione è chi è contro.

Gli scienziati che hanno risposto a questo sondaggio sono in linea di massima a favore della sperimentazione animale. La domanda è stata infatti  posta a chi la ricerca la conosce e la vive, ai ricercatori del settore biomedico: è logico che la maggior parte di essi lavorino con animali ed è logico che la maggioranza riconosca l’utilità degli animali nella ricerca.

Dov’è la “tossicologia del XXI° secolo”

Spesso le associazioni animaliste citano il lavoro del Prof. Hartung (Toxicology for the twenty-first century). Come abbiamo sempre detto il principio di autorità non esiste nella scienza: quello che contano sono i dati e come questi dati vengono analizzati. Oggi abbiamo il piacere di pubblicare un’interessante (e referenziata) analisi di questo lavoro, fatta dal Dr. Massimo Silvetti, ricercatore universitario che si occupa proprio di metodi alternativi. Vi invitiamo a leggerlo con attenzione, perché scopriremo che il lavoro di Hartung non è così impeccabile come ci si potrebbe aspettare all’inizio (tutt’altro…).

ABC di uno studio (Guida per tutti, per comprendere l’informazione scientifica corretta) – Parte prima: La scelta della fonte

Premessa: Questo articolo in tre parti nasce come sfogo alla marea di interpretazioni erronee o fantasiose riguardo studi pubblicati e allo scopo di essere una guida per coloro che non hanno una formazione prettamente scientifica; qualora ci fossero dubbi o parti poco chiare, questi verranno inseriti nell’articolo stesso come FAQ.

ABC di uno studio (Guida per tutti, per comprendere l’informazione scientifica corretta) – Parte seconda: Come è fatto uno studio scientifico?

Premessa: Questo articolo in tre parti nasce come sfogo alla marea di interpretazioni erronee o fantasiose riguardo studi pubblicati e allo scopo di essere una guida per coloro che non hanno una formazione prettamente scientifica; qualora ci fossero dubbi o parti poco chiare, questi verranno inseriti nell’articolo stesso come FAQ.

ABC di uno studio (Guida per tutti, per comprendere l’informazione scientifica corretta) – Parte terza: Come si legge e interpreta uno studio scientifico?

Premessa: Questo articolo in tre parti nasce come sfogo alla marea di interpretazioni erronee o fantasiose riguardo studi pubblicati e allo scopo di essere una guida per coloro che non hanno una formazione prettamente scientifica; qualora ci fossero dubbi o parti poco chiare, questi verranno inseriti nell’articolo stesso come FAQ.

Dieci domande a cui il mondo della ricerca ha dato risposta!

Con questo documento, un gruppo di ricercatori italiani risponde alle “Dieci domande a cui i vivisettori non rispondono” pubblicate recentemente dal dott. Stefano Cagno con la seguente premessa:

Tutti ricordano le 10 domande che la Repubblica ha posto a Berlusconi senza, per altro, ricevere alcuna risposta. Analogamente presento 10 domande che invio ai vivisettori, ritenendole comunque uno stimolo di riflessione per tutti su un tema che è sempre più sentito dall’opinione pubblica. (Dott. Stefano Cagno)

Qui comincia la disinformazione alla base della propaganda delle organizzazioni animaliste, LAV in testa, che vorrebbero, addirittura, far passare i ricercatori impegnati nella ricerca biomedica come incapaci di reggere il confronto con le loro argomentazioni. Così non è. Come si può vedere nelle pagine seguenti dalle risposte di autorevoli studiosi impegnati a vario titolo nel campo della ricerca scientifica, le cui pacate, ma esaurienti argomentazioni, sono anche una risposta ad un’altra scorrettezza, quella di indicarli come ‘vivisettori’, per cercare di squalificarli preventivamente, sapendo benissimo che ciò non corrisponde al vero.

Domanda dagli utenti: cosa ne pensate di questa intervista del Dr. Cagno?

Un nostro visitatore, Tommy, ci chiede se possiamo commentare questa  intervista del dott. Stefano Cagno, membro di Equivita e del Comitato Scientifico della LIMAV: http://www.peacelink.it/animali/a/8541.html
Noi siamo felici di farlo, citando, come sempre, le frasi a cui ci riferiamo: “Se la vivisezione fosse scientificamente valida perché bisognerebbe compiere anche la sperimentazione umana?”

Cosa ne pensate di Equivita? Sono una fonte affidabile di informazione?

Spesso qualche nostro visitatore ci chiede cosa ne pensiamo dell’una o dell’altra fonte riportata dalle associazioni contrarie alla sperimentazione su animali. In questo articolo analizzeremo l’affidabilità scientifica di una delle fonti più citate dalla propaganda dei movimenti anti-vivisezione.
Parliamo dunque di Equivita, un’associazione animalista “scientifica”. Prendiamo un articolo a caso e vediamo di analizzare cosa dice, così ci si potrà fare un’idea chiara su quanto le informazioni da loro fornite siano attendibili o affidabili.