Sindrome di Prader-Willi
Si definisce Sindrome di Prader-Willi una condizione genetica che può colpire entrambi i sessi con frequenza di un individuo ogni 15.000.
Si definisce Sindrome di Prader-Willi una condizione genetica che può colpire entrambi i sessi con frequenza di un individuo ogni 15.000.
Si definisce come Sindrome dell’X fragile una condizione genetica legata al cromosoma X che condivide con la Sindrome di Down il primato tra le condizioni che possono causare ritardo mentale nei maschi, interessandone uno ogni 5000; possono essere coinvolte anche le donne in modo minore (il 50% in meno) pur mostrando solamente un lieve ritardo mentale o una difficoltà nell’apprendimento.
Provate a immaginare: intorno ai due anni una bambina inizia a perdere la capacità acquisite finora, non riesce a parlare e a comunicare, inizia ad estraniarsi dal mondo esterno, a fare movimenti strani e ripetuti con le mani e a non muoversi più in modo normale rispetto agli altri bambini: questa è la Sindrome di Rett, una delle malattie, a mio parere, più difficili da affrontare da parte dei genitori perché non subito manifesta alla nascita ma con effetti e ripercussioni veramente pesanti.
Esistono molte malattie genetiche congenite che si rendono evidenti alla nascita, alla prima visita del bambino o durante i primi anni di vita ma esistono anche malattie che si manifestano successivamente, magari più avanti negli anni e che non danno alcun sintomo particolare fino al momento in cui si rendono evidenti. Un esempio lampante è proprio la Corea di Huntington.
Si definisce come malattia di Wilson una condizione genetica autosomica recessiva (ovvero che si manifesta se il soggetto possiede due alleli mutati per un determinato gene) che coinvolge il metabolismo del rame provocando danni principalmente a livello cerebrale ed epatico ma che è possibile controllare se viene posta una diagnosi precoce.
Spesso le associazioni animaliste citano il lavoro del Prof. Hartung (Toxicology for the twenty-first century). Come abbiamo sempre detto il principio di autorità non esiste nella scienza: quello che contano sono i dati e come questi dati vengono analizzati. Oggi abbiamo il piacere di pubblicare un’interessante (e referenziata) analisi di questo lavoro, fatta dal Dr. Massimo Silvetti, ricercatore universitario che si occupa proprio di metodi alternativi. Vi invitiamo a leggerlo con attenzione, perché scopriremo che il lavoro di Hartung non è così impeccabile come ci si potrebbe aspettare all’inizio (tutt’altro…).
Una buona domanda si prefigge l’obbiettivo principale di facilitare la comunicazione e l’indagine.
La domanda è importante perchè spesso è quella che determina o può modificare sensibilmente la risposta, come vedremo nei seguenti sondaggi.
Quelli che seguono sono alcuni segni caratteristici grazie ai quali è sempre possibile riconoscere il pensiero antiscientifico, anche quando si maschera da scientifico.
Premessa: Questo articolo in tre parti nasce come sfogo alla marea di interpretazioni erronee o fantasiose riguardo studi pubblicati e allo scopo di essere una guida per coloro che non hanno una formazione prettamente scientifica; qualora ci fossero dubbi o parti poco chiare, questi verranno inseriti nell’articolo stesso come FAQ.
Premessa: Questo articolo in tre parti nasce come sfogo alla marea di interpretazioni erronee o fantasiose riguardo studi pubblicati e allo scopo di essere una guida per coloro che non hanno una formazione prettamente scientifica; qualora ci fossero dubbi o parti poco chiare, questi verranno inseriti nell’articolo stesso come FAQ.
Premessa: Questo articolo in tre parti nasce come sfogo alla marea di interpretazioni erronee o fantasiose riguardo studi pubblicati e allo scopo di essere una guida per coloro che non hanno una formazione prettamente scientifica; qualora ci fossero dubbi o parti poco chiare, questi verranno inseriti nell’articolo stesso come FAQ.
Cito dal Fatto Quotidiano (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/09/sanita-operazione-camici-sporchi-9-arresti-e-67-indagati-al-policlinico-di-modena/408504/):
“Nel mirino dell’inchiesta ci sono sperimentazioni cliniche sull’uomo di presidi sanitari, eseguite fuori da ogni autorizzazione, e con l’utilizzo abusivo di attrezzature sanitarie non autorizzate. La spesa inoltre avrebbe gravato indebitamente sul servizio sanitario pubblico. Gli arrestati sono responsabili a vario titolo di associazione per delinquere, peculato, corruzione, falso in atto pubblico, truffa ai danni del S.S.N., sperimentazioni cliniche senza autorizzazione…”
Il 20 settembre 2010 è stata approvata la nuova direttiva europea in materia della sperimentazione animale, con misure più rigorose e trasparenti, con l’interesse di garantire un maggior benessere degli animali da laboratorio, senza però ostacolare la ricerca e il progresso medico e scientifico.
Con questo documento, un gruppo di ricercatori italiani risponde alle “Dieci domande a cui i vivisettori non rispondono” pubblicate recentemente dal dott. Stefano Cagno con la seguente premessa:
Tutti ricordano le 10 domande che la Repubblica ha posto a Berlusconi senza, per altro, ricevere alcuna risposta. Analogamente presento 10 domande che invio ai vivisettori, ritenendole comunque uno stimolo di riflessione per tutti su un tema che è sempre più sentito dall’opinione pubblica. (Dott. Stefano Cagno)
Qui comincia la disinformazione alla base della propaganda delle organizzazioni animaliste, LAV in testa, che vorrebbero, addirittura, far passare i ricercatori impegnati nella ricerca biomedica come incapaci di reggere il confronto con le loro argomentazioni. Così non è. Come si può vedere nelle pagine seguenti dalle risposte di autorevoli studiosi impegnati a vario titolo nel campo della ricerca scientifica, le cui pacate, ma esaurienti argomentazioni, sono anche una risposta ad un’altra scorrettezza, quella di indicarli come ‘vivisettori’, per cercare di squalificarli preventivamente, sapendo benissimo che ciò non corrisponde al vero.
Grazie alle staminali riusciamo a ricostruire la pelle – anche aree molto vaste – degli ustionati, riusciamo a cambiare un midollo osseo malato con uno sano, riusciamo a far funzionare meglio i cuori di chi ha avuto un infarto, o anche a recuperare “per i capelli” chi ha avuto un danno troppo esteso per via dell’infarto, e le prospettive che questa ricerca ci sta aprendo hanno un che di miracoloso, che lascia a bocca aperta.
Una nostra lettrice, Marzia, ci porta ad esempio l’ennesimo scritto del Dott. Cagno e ci chiede di commentarlo. L’articolo di cui parliamo è questo: http://www.novivisezione.org/info/farmaci.htm
Un utente ci chiede di spiegare cosa si intende dicendo che un dato è (oppure non è) significativo. Vediamo come possiamo riuscire a spiegarlo in maniera semplice e senza troppa matematica. Ci scusiamo sin d’ora con i matematici se per semplificare troppo commettiamo degli errori: se li trovate segnalateceli, che così correggiamo l’articolo.
Da moltissime persone che difendono la sperimentazione animale viene espressa un’idea: non sei d’accordo con questi metodi? Non curarti, rinuncia ad ogni medicina in commercio....
Premesso che noi siamo solo favorevoli alla sperimentazione animale in ambito biomedico, ci sentiamo in dovere di affrontare l’argomento sulla sperimentazione animale a fini cosmetici.
Spesso, infatti, le argomentazioni di chi è contro la sperimentazione animale ricadono nella diffusa credenza che esistano ancora test cosmetici sugli animali: c’è chi parla di creme spalmate negli occhi dei conigli, di rossetti fatti ingurgitare alle cavie (queste storie le abbiamo lette nei commenti alla nostra pagina), e ci sono anche foto che hanno avuto un’enorme diffusione virale su internet; vi ricorderete sicuramente il famoso coniglio che aveva subito test cosmetici dei prodotti Loreal, alopecico (senza peli), con la pelle eritematosa e rossa.
Un nostro visitatore, Tommy, ci chiede se possiamo commentare questa intervista del dott. Stefano Cagno, membro di Equivita e del Comitato Scientifico della LIMAV: http://www.peacelink.it/animali/a/8541.html
Noi siamo felici di farlo, citando, come sempre, le frasi a cui ci riferiamo: “Se la vivisezione fosse scientificamente valida perché bisognerebbe compiere anche la sperimentazione umana?”